LA TRANSIZIONE COME PROBLEMA STORIOGRAFICO
LA TRANSIZIONE COME PROBLEMA STORIOGRAFICO.
LE FASI CRITICHE DELLO SVILUPPO DELLA „MODERNITÀ“ – 1494-1973
LIV Settimana di studio/54. Studienwoche
11 – 14 SETTEMBRE 2012
Fondazione Bruno Kessler
Via S. Croce, 77 – Trento
Di seguito si riporta il resoconto della LIV Settimana di studio dell’Istituto Storico Italo-Germnico di Trento nelle sue parti riguardanti la storia contemporanea
Al concetto di transizione all’interno della «modernità» è stata dedicata la LIV Settimanadi Studio dell’Istituto Storico italo-germanico di Trento (11-14 settembre 2012). La problematica che ha condotto l’intero dibattito ruotava attorno alla concezione dell’età moderna (secoli XVI-XX) come “età assiale” (K. Jaspers, Vom Ursprung und Ziel der Geschichte). Da qui la teorizzazione del concetto di “transizione storica”, non come mero “passaggio”, ma come problematica storiografica che si realizza alla presenza di tre condizioni: la percezione da parte dei contemporanei di un cambiamento che «rende il “dopo” non solo diverso dal “prima”, ma non interpretabile alla luce di quest’ultimo»; il mutamento delle varie “cerchie del noi” in cui gli uomini si trovano ad essere iscritti, per il venir meno degli strumenti che conferivano senso alla collocazione di ciascuno nella “storia”; una trasformazione “innegabile” e “fatale” della “struttura” e del “tessuto sociale” (P. Pombeni). […]
L’intervento di Christof Dipper ha traghettato idealmente la discussione dal Cinquecento al XIX secolo: ci si è realmente liberati a questo punto della modernità del “problema religioso”? Che ne è del concetto di “progresso”? Si può parlare per questa data di Modernità o Postmodernità? Indubbiamente l’Ottocento ha segnato una svolta, percepita dagli stessi contemporanei, in Francia: ma quanto si può estendere tale percezione agli altri stati? Il XIX secolo ha marcato l’aumento della capacità dell’uomo di costruirsi e di “autocomprendersi” indipendentemente da un discorso religioso, relegando l’ambito della spiritualità e del sacro a una dimensione prettamente privata; un secolo di grande movimento, vissuto dagli stessi contemporanei come esigenza di dare un “nome” alla loro epoca. Emblematico il caso specifico presentato da Emilie Delivré, dedicato alla transizione in ambito giuridico: Delivré si è soffermata sul caso dei Rügegerichte”, diffusa istituzione giuridica popolare, che scompari progressivamente nel corso dell’Ottocento, segno di una transizione intesa come risposta sociale e persino linguistica ai cambiamenti nel tempo. A Fernanda Alfieri e Claudio Ferlan il compito di illustrare la transizione in ambito religioso, attraverso due casi di studio relativi alla Compagnia di Gesù. Ferlan, presentando l’insediamento della prima generazione di gesuiti in Austria alla metà del XVI secolo, ha affrontato così il problema della transizione religiosa originata dalla frattura del mondo cristiano, tra urgenze pastorali cattoliche e spaesamento dei religiosi nell’applicazioni di tali direttive. Alla Societas renata, ovvero della Compagnia di Gesù riportata in vita nel1814, ha dedicato il suo intervento Fernanda Alfieri; attraverso lo studio delle diverse narrazioni autografe dei gesuiti del tempo, si è affrontata la complessa problematica della percezione, da parte dei contemporanei, del mutamento del tempo storico in rapporto al tempo biologico, dell’antico e del nuovo in una congregazione regolare richiamata, per missione, a intrecciarsi con un presente avvertito come sfuggente.
Ricchi di spunti di riflessioni i commenti a tali interventi: al centro sempre il concetto di “transizione” come possibilità offerta dalla comprensione del passato, come passaggio da un’epoca all’altra e come mutamento all’interno della stessa epoca.
A partire dalla terza giornata, protagonista è stata l’età contemporanea, in particolare il secondo dopoguerra in Italia e Germania. Ha aperto i lavori il prof. Paolo Macry, che è tornato a riflettere sulla categoria di transizione. Macry ha messo in guardia contro la sottovalutazione delle ragioni del breve periodo, tipiche della sfera della politica, a vantaggio di analisi di lungo periodo predilette dalla sfera economico-sociale. Attraverso esempi tratti dalla storia italiana, Macry ha ribadito come la sfida sia quella di usare il concetto di transizione, che resta un valido strumento di lavoro, coniugando il breve e il lungo periodo, le analisi empiriche con le sintesi analitiche.
I due casi di studio presentati hanno focalizzato l’attenzione sul dopoguerra in area tedesca e in area italiana. Giovanni Bernardini ha analizzato l’evoluzione ideologica di SPD, Labour Party, PSI, tra gli anni ’50 e ’70. Se l’adozione della categoria di modernizzazione ha guidato la crescita della socialdemocrazia negli anni ’60, quando si è imposta come forza sociale in grado di attrarre consensi, gli anni ’70 hanno dimostrato come il legame troppo stretto con questa categoria l’abbiano portata a smarrire la capacità critica nella lettura dei cambiamenti che caratterizzarono quel decennio.
Con Cecilia Nubola l’attenzione si è spostata sull’immediato dopoguerra, con l’analisi dei provvedimenti di clemenza verso i fascisti. La giustizia di transizione è stata efficacemente individuata come un settore cruciale, dove si elabora il giudizio sul passato e si verifica l’adesione al nuovo Stato. La relazione ha messo in luce come resti aperta la domanda se i provvedimenti di amnistia e grazia abbiano effettivamente aiutato nella transizione dal fascismo, o abbiano piuttosto condotto ad un oblio di Stato.
La discussione ha fatto emergere come la vastità intrinseca al concetto di transizione ben si presti a descrivere la modernità in quanto epoca aperta. È il caso degli anni ’70 e della presunta “crisi strutturale” che li accompagnarono, tra crisi della governance statale e ristrutturazione del capitalismo; ma anche del contrasto permanente tra proposta politica di lungo periodo e necessità di governo dell’esistente. Più in generale, la questione generazionale si è imposta come elemento imprescindibile dell’analisi delle transizioni di lungo periodo.
Axel Schildt ha dedicato il suo intervento a un’ampia disamina della cesura del 1945, indicando come si possa parlare di una rottura politica, ma non di un’ora zero per la società della RFT. Soprattutto guardando al campo della cultura, sia politica che quotidiana, gli anni della ricostruzione hanno rivelato continuità, tanto che si è parlato di una modernizzazione sotto auspici autoritari. Una rottura più profonda è stata rintracciata negli anni ’60, con l’emergere di una nuova società dei consumi e di una stabilizzazione politica che hanno portato ad un ampliamento della democrazia.
Maurizio Cau ha affrontato il tema della transizione dalla prospettiva delle culture costituzionali di Italia e Germania, e del loro intrecciarsi con la cultura politica e con la ridefinizione dello spazio pubblico. L’uscita dal totalitarismo è stata affrontata in modo diverso, anche nel rimodellamento delle tradizioni costituzionali: se in Germania si è verificata una mancanza di modelli teorici positivi di riferimento, in Italia non c’è stata la completa rimozione delle esperienze precedenti.
Sul confronto fra la storia di Italia e Germania nel campo della transizione fra guerra e pace, si è concentrato Marco Mondini. Se il post-1918 harappresentato una smobilitazione incerta, con un portato di conflittualità sociale e instabilità politica, il secondo dopoguerra è stato presentato come un’uscita dalla guerra più efficace. Tuttavia occorre ripensare questa lettura, che ignora il legame con il passato che permane nelle istituzioni, come la Bundeswehr, o la lunga rimozione delle colpe italiane, guardando al dissolvimento dell’esperienza patriottica e alla diversa lettura della guerra come processi culminati negli anni ’60.
Di taglio comparativo è stata anche la relazione di Gabriele D’Ottavio, che si è concentrata sullo sviluppo della scienza politica in Italia e Germania Ovest dopo il 1945, quando si è assistito ad una rifondazione della disciplina e alla sua istituzionalizzazione universitaria. Pur nelle differenze, i due percorsi hanno visto un particolare sincronismo quando, di fronte al movimento del ’68, si è accusata la scienza politica di non essere stata capace di accompagnare lo sviluppo della democrazia.
La discussione seguita alla seconda fase di lavori ha messo in risalto: le differenze che permangono tra i due dopoguerra, fra cui la maggiore problematicità sociale del post ’45, determinata da un maggiore coinvolgimento dei civili; le similitudini che legano le costituzioni di Italia e Germania nell’ordinamento, nell’apertura alla sovranazionalità, nell’equilibrio di poteri, e nell’efficacia di rimozione dei precedenti modelli nazionali di diritto; l’importanza di integrare i discorsi sulla transizione con il discorso generazionale, e lo studio della RFT con quello della RDT, perché dimenticando la seconda non si capiscono gli sviluppi della prima e si perde la prospettiva geopolitica.
L’ultima giornata di lavori è stata aperta da un denso intervento di Michael Freeden, che ha proposto di integrare il concetto di transizione con quello di epoca: senza una definizione di queste ultime e dei loro confini, non è possibile determinare la natura di una transizione. La difficoltà di attribuire un nome al secondo dopoguerra è stata ricondotta alla difficoltà di dare un ordine agli eventi, che denuncia un disorientamento apparentemente ancora attuale.
Il prof. Heinz-Gerhard Haupt è tornato ad analizzare i vantaggi della categoria di transizione: l’interdisciplinarietà; la possibilità di intersecare macro e microstoria, intrecciando l’analisi di strutture e pratiche; la messa in discussione della cronologia rigida; l’attenzione prestata al punto di vista dei contemporanei. L’intervento finale di Paolo Pombeni, direttore dell’ISIG, ha ribadito come il termine “transizione” sia un vocabolo polisemico, la cui adozione permette alla storia di liberarsi da alcuni vincoli, come la “dittatura dell’evento”, e il ricorso a letture teleologiche, che sempre incombono sulla disciplina. Si è confermato, dunque, il valore e la fecondità della categoria di transizione.
Costanza Calabretta, Loris De Nardi, Christiane Kollbach, Valentina Lozza, Magnus Ressel,
Studenti di Dottorato
LIV Settimana di studio/54. Studienwoche
LA TRANSIZIONE COME PROBLEMA STORIOGRAFICO.
LE FASI CRITICHE DELLO SVILUPPO DELLA „MODERNITÀ“ – 1494-1973
ÜBERGANGSPERIODEN ALS HISTORIOGRAPHISCHES PROBLEM.
DIE ENTSCHEIDENDEN ENTWICKLUNGSPHASEN DER „MODERNE“ – 1494-1973
11 – 14 SETTEMBRE 2012
Fondazione Bruno Kessler
Via S. Croce, 77 – Trento
Italia
http://settimanastudio.fbk.eu
MARTEDÌ 11 SETTEMBRE
15.00-15.15
Saluto del direttore FBK-Isig / Begrüßung des Direktors des FBK-Isig
Paolo Pombeni
15.15-15.45
Paolo Pombeni (Trento-Bologna)
La transizione e le sue fasi: riflessioni sui problemi aperti / Der Übergang und seine Phasen: Überlegungen zu offenen Problemen
15.45-16.15
Marcello Verga (Firenze)
Tradimento della borghesia e transizione:discorsi sulla storia italiana dell’età moderna/ Verrat des Bürgertums und Übergang: Deutungen der italienischen Geschichte der Neuzeit
17.40-18.30 CASI DI STUDIO / HISTORISCHE FALLSTUDIEN
Carlo Taviani (FBK-Isig)
“Stati privatizzati”. Discorsi sulla lunga transizione del potere territoriale delle compagnie finanziarie e commerciali (XV-XVIII secolo) / “Privatisierte Staaten”. Diskurse über die lange Wandlung der territorialen Herrschaft der Finanz- und Handelskompanien (15.-18. Jh.)
Katia Occhi (FBK-Isig)
Ai confini dell’Impero. Attività produttive e reti commerciali tra continuità e mutamento (secoli XVI-XVIII) / An den Grenzen des Reichs. Vorindustrielle Produktion und Handelsnetzwerke zwischen Kontinuität und Wandlung (16.-18. Jh.)
COMMENTI / KOMMENTARE: Luciano Pezzolo (Venezia) – Marcello Verga (Firenze)
DISCUSSIONE / DISKUSSION
MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE
9.30 -10.00
Reinhard Stauber (Klagenfurt)
Neuzeit? Zur Problematik des Übergangs um 1500. Eine Einführung / Modernità? Sulla problematica della transizione intorno all’anno 1500. Un’introduzione
10.00-13.00 CASI DI STUDIO / HISTORISCHE FALLSTUDIEN
Stefan Bauer (FBK-Isig)
Transizioni nello spazio della letteratura storiografica. Onofrio Panvinio (1530-1568): la comunicazione e trasformazione della storia della Chiesa / Übergänge im Raum der Geschichtsschreibung. Onofrio Panvinio (1530-1568): Kommunikation und Transformation von Kirchengeschichte
Massimo Rospocher (FBK-Isig)
Dall’oralità alla stampa: transizione o rivoluzione? / Von der Mündlichkeit zur Druckerpresse: Übergang oder Revolution?
COMMENTI / KOMMENTARE: Roberto Bizzocchi (Pisa) – Luise Schorn-Schütte (Frankfurt a. M.))
DISCUSSIONE / DISKUSSION
15.00-15.30
Christof Dipper (Darmstadt)
Die historische Schwelle um 1800. Eine Skizze / La soglia storica intorno all’anno 1800. Uno schizzo
15.30 -18.30 CASI DI STUDIO / HISTORISCHE FALLSTUDIEN
Fernanda Alfieri (FBK-Isig)
“Trarre come dal caos e dar forma alle cose”? La Compagnia di Gesù nel primo Ottocento tra rotture e continuità / “Aus dem Chaos den Dingen Form geben”? Die Gesellschaft Jesu zu Anfang des 19. Jahrhunderts zwischen Brüchen und Kontinuität
Claudio Ferlan (FBK-Isig)
La percezione del mutamento religioso. I primi gesuiti in Austria (secolo XVI) / Die Wahrnehmung der religiösen Veränderung. Die frühen Jesuiten in Österreich (16. Jh.)
Emilie Delivré (FBK-Isig)
Giustizia popolare e transizione giuridica: i Rügegerichte nella Sattelzeit / Volksjustiz und Übergang im Justizwesen: Die Rügegerichte in der Sattelzeit
COMMENTI / KOMMENTARE: Marco Bellabarba (Trento) – Pierre-Antoine Fabre (EHESS – Parigi) – Dieter Langewiesche (Tübingen)
DISCUSSIONE / DISKUSSION
GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE
9.30- 10.00
Paolo Macry (Napoli)
La sfera politica come gestione e come rappresentazione della transizione / Die politische Sphäre als Führung und Darstellung des Übergangs
10.00-13.00 CASI DI STUDIO / HISTORISCHE FALLSTUDIEN
Giovanni Bernardini (FBK-Isig)
Ideologia e transizione. La socialdemocrazia nel secondo dopoguerra tra specificità nazionali e reciproche influenze / Ideologie und Übergang. Die Sozialdemokratie nach dem Zweiten Weltkrieg zwischen nationalen Eigenheiten und gegenseitiger Einflußnahme
Cecilia Nubola (FBK-Isig)
Giustizia di transizione. I provvedimenti di clemenza nell’Italia del secondo dopoguerra / Übergangsjustiz. Die Gnadenverfahren in Italien nach dem Zweiten Weltkrieg
INTERVENTO DI COMMENTO / KOMMENTARE: Jens Späth (DHI – Roma) – Raffaele Romanelli (La Sapienza – Roma)
DISCUSSIONE / DISKUSSION
15.00-15.30
Axel Schildt (Hamburg)
Kulturelle Umbrüche nach 1945 / Cambiamenti culturali profondi dopo il 1945
15.30-18.30 CASI DI STUDIO / HISTORISCHE FALLSTUDIEN
Maurizio Cau (FBK-Isig)
Culture costituzionali in transizione. Italia e Germania nel secondo dopoguerra / Verfassungskulturen im Übergang. Italien und Deutschland nach dem Zweiten Weltkrieg
Marco Mondini (FBK-Isig)
Transizioni dalla guerra alla pace: smobilitazioni e ritorni nell’Europa del ‘900 / Übergänge vom Krieg zum Frieden: Demobilisierungen und Heimkehr im Europa des 20. Jahrhunderts
Gabriele D’Ottavio (FBK-Isig)
La scienza politica in Germania e Italia dopo il 1945. Da oggetto di trasformazione a attore della transizione / Die Politikwissenschaft in Deutschland und Italien nach 1945. Vom Objekt zum Akteur der Übergangsphase
COMMENTI / KOMMENTARE: Gustavo Corni (Trento) – Maurizio Fioravanti (Firenze) – Heinz-Gerhard Haupt (Bielefeld)
DISCUSSIONE / DISKUSSION
VENERDÌ 14 SETTEMBRE
9.00- 9.30
Michael Freeden (Oxford)
Transition: an Ideal Type of Conceptual History / Übergang: ein Idealtyp der Begriffsgeschichte / La transizione: un idealtipo della storia concettuale
DIBATTITO CONCLUSIVO / SCHLUSSDEBATTE
QUALI NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA APRE IL CONCETTO DI “PERIODI DI TRANSIZIONE”? / WELCHE NEUE FORSCHUNGSPERSPEKTIVEN ERÖFFNET DAS KONZEPT DER “ÜBERGANGSPERIODEN”?
Moderatore / Moderator
Paolo Pombeni
11.30-12.30
Heinz-Gerhard Haupt (Bielefeld)
Ergebnisse und Perspektiven / Risultati e prospettive
COORDINAMENTO SCIENTIFICO / WISSENSCHAFTLICHE LEITUNG
Heinz-Gerhard Haupt (Universität Bielefeld)
Paolo Pombeni (FBK-Istituto storico italo-germanico / Università di Bologna)
Traduzione simultanea / Simultanübersetzung
italiano-tedesco, tedesco-italiano / italienisch-deutsch, deutsch-italienisch
Martina Pastore, Alberto Clò
inglese-italiano / english-italian
Anna De Poli
Informazioni / Auskünfte
Fondazione Bruno Kessler
Istituto storico italo-germanico
Italienisch-Deutsches Historisches Institut
Elisabetta Lopane – Antonella Vecchio
Tel :+39 0461 210 215-265
e-mail: info-studistorici@fbk.eu