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Resoconto “Comunicazione politica e storia contemporanea in Italia e Germania” Convegno SISCALT 2015

26 gennaio 2016 No Comment

RESOCONTO

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Convegno SISCALT 2015

 

Comunicazione politica e storia contemporanea

in Italia e Germania

Politische Kommunikation und Neueste Geschichte

in Italien und Deutschland

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convegno2015

 

2-3 novembre 2015

Sala dei poeti, Palazzo Hercolani

Strada Maggiore 45, Bologna

 

Il 2-3 novembre 2015 si è svolto nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna il quarto convegno annuale della SISCALT “Comunicazione politica e storia contemporanea in Italia e Germania – Politische Kommunikation und Neueste Geschichte in Italien und Deutschland”. Il convegno è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’ateneo bolognese con il sostegno dell’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler di Trento e il coordinamento scientifico di Stefano Cavazza (Università di Bologna) e Thomas Mergel (Humboldt Universität Berlin). La giornata del 2 novembre si è aperta nella Sala dei Poeti di Palazzo Hercolani dell’Università di Bologna, con i saluti di Stefano Cavazza, in qualità di organizzatore e che ha presentato i saluti del direttore del dipartimento ospitante, di Andrea D’Onofrio (Università di Napoli Federico II),  presidente della SISCALT, e di Paolo Pombeni, direttore dell’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler di Trento.

Nella  sessione introduttiva del convegno, presenziata da Martin Baumeister, direttore dell’Istituto Storico Germanico (DHI) di Roma,  i coordinatori scientifici della manifestazione hanno affrontato gli aspetti metodologici e le prospettive nazionali. Stefano Cavazza, con un contributo dal titolo “Comunicazione e storia politica in Italia: problemi e prospettive” ha stimolato una riflessione sul ruolo ricoperto dalla comunicazione nella storia politica contemporanea. Dopo una breve rassegna storiografica ha introdotto il tema della comunicazione politica in relazione alla delegittimazione dei sistemi politici, con un invito a rileggere i modelli politologici esistenti e a distinguere tra propaganda politica e comunicazione politica. Thomas Mergel nella relazione “Political History as History of Communication. German Approaches and Debates” ha introdotto gli approcci storiografici che hanno caratterizzato il panorama degli studi sulla comunicazione politica in Germania negli ultimi vent’anni, come l’analisi del linguaggio, la centralità delle “traditions” e dei “discourses”, l’influenza dell’antropologia sulla performatività e la centralità della Begriffsgeschichte.

La seconda sessione della mattinata, presenziata da Christian Jansen (Universität Trier), ha visto gli interventi di Clemens Zimmermann (Universität  Saarbücken) e di Filippo Triola (Università di Bologna), dedicati alla comunicazione politica nei regimi liberali.

Zimmermann, nel suo contributo “Political Journalism in the 19th Century. Convergences and Divergences (Germany, Great Britain, France)” ha trattato, in chiave comparata, le pratiche giornalistiche nel corso del Diciannovesimo secolo.  Lo studioso ha approfondito l’avvento di un processo di medializzazione della politica e ricostruito le pratiche giornalistiche (la raccolta e il trattamento delle notizie, la selezione e la loro valutazione, l’evoluzione delle storie essenziali) nei tre Paesi indicati nel titolo per dimostrare similitudini, differenze e influenze reciproche nell’evolversi del sistema giornalistico europeo.

Triola, nella sua relazione “La comunicazione politica nelle riviste socialiste in Italia e Germania” ha presentato il dibattito nato intorno ad alcune riviste teoriche della socialdemocrazia tedesca e del partito socialista italiano a cavallo tra l’Ottocento e i primi del Novecento. Ha descritto le similitudini ma soprattutto le differenze emerse dallo studio della comunicazione politica tra i due mondi e ha concentrato la sua analisi sulle modalità di propaganda e sui diversi obiettivi e compiti promossi da alcune riviste, scelte come case studies.

 Nel suo commento conclusivo alla seconda sessione mattutina Ilaria Porciani ha sottolineato i meriti delle relazioni che hanno restituito un quadro della storiografia culturale esistente, aggiungendo tuttavia degli elementi innovativi e presentando degli aspetti comparati e transnazionali utili e fecondi.

Il panel pomeridiano, dedicato alle guerre e alle dittature, è stato presieduto da Andrea D’Onofrio.

Malte König (Goethe Universität Frankfurt) nella relazione dal titolo “La propaganda di guerra tedesca nella prima e nella seconda guerra mondiale: metodologia, evoluzione, conseguenze” ha affrontato gli aspetti legati alla propaganda di guerra, alla sua trasformazione dalla prima alla seconda guerra mondiale, e al significato di spartiacque che il momento tra i due conflitti mondiali ha rappresentato nell’elaborazione e nel rafforzamento della propaganda militare. König ha inoltre delineato un confronto tra la costruzione di due miti di eroi militari nei due conflitti mondiali: Paul von Hindenburg ed Erwin Rommel.

La parola è quindi passata a Mauro Forno (Università di Torino), che nella sua relazione dal titolo “Organizzazione della propaganda nel fascismo” ha descritto l’intervento del regime fascista sulla stampa e la trasformazione del discorso pubblico in propaganda politica, concentrando, tra l’altro, la sua analisi sul tentativo del fascismo di dare vita ad una nuova generazione di giornalisti “fascisti”.

La sessione è proseguita, infine, con Bianca Gaudenzi (Universität Konstanz-University of  Cambridge) che ha presentato la relazione “Tra propaganda e commercio: la politicizzazione dell’industria pubblicitaria nella Germania nazionalsocialista”. La studiosa ha indagato le modalità con cui il regime nazista ha sostenuto e sviluppato una propaganda “economica”, inserendo nelle pubblicità di prodotti di consumo l’ideologia e il messaggio nazionalsocialista.

Lutz Klinkhammer (DHI) ha aperto la discussione sottolineando gli aspetti innovativi degli approcci di ricerca e la necessità, per gli storici, di mettersi alla prova in questo campo di studi. Interessante, secondo lo studioso, è l’analisi della relazione che lega la propaganda con il consenso e la scelta di criteri che servano non soltanto a leggere la comunicazione politica dei regimi totalitari come unico frutto di pressioni “dall’alto” ma anche come capacità delle dittature di far leva sui bisogni e le aspettativa dei cittadini/fruitori/consumatori del tempo.

Il 3 novembre  si è svolta la terza e ultima sessione,  moderata da Gabriele  Clemens (Universität  Saarbrücken) – presidente della Arbeitsgemeinschaft für die Neueste Geschichte Italiens -, dedicata alla comunicazione nelle democrazie postbelliche.

Claudia Gatzka (Universität  Freiburg) nel suo contributo “Campagne elettorali e le regole della democrazia nelle città italiane e tedesche” ha presentato i risultati della sua ricerca dottorale, conclusa recentemente. Gatzka ha indagato le campagne elettorali degli anni Quaranta e Cinquanta per provare a capire le culture democratiche che si svilupparono nelle due giovani democrazie postbelliche. Nella comparazione di quattro casi-studio (Amburgo, Ulma, Bologna e Bari) ha indagato il significato e l’idea di democrazia  che maturarono tra gli italiani e i tedeschi e le regole del conflitto politico e della rappresentanza legittima che si svilupparono tra gli stessi subito dopo la guerra.

Maurizio Cau (ISIG – FBK)  nel contributo “Nuovi strumenti per l’analisi del discorso politico. Il progetto A.L.C.I.D.E” ha presentato il progetto, sviluppato dalla Fondazione Bruno Kessler in collaborazione con il gruppo Digital Humanities (DH),  basato sull’esplorazione interattiva di circa 2700 documenti prodotti da Alcide De Gasperi nel corso della sua carriera politica. Lo studioso ha delineato gli obiettivi di questo strumento, l’orizzonte metodologico, la classificazione e le mappe concettuali su cui s’innesta l’analisi linguistica dei testi.

Petra Terhoeven (Universität  Göttingen) ha spostato l’attenzione, invece, sulla “Comunicazione politica nell’età del terrorismo in Italia e Germania”, ripercorrendo le diverse reazioni al terrorismo rosso nei due Paesi da parte dei partiti politici e dell’opinione pubblica, mediante l’utilizzo consapevole, simbolico e performativo d’immagini legate al passato e che evocavano stereotipi e timori antichi mai del tutto superati.

Marica Tolomelli (Università di Bologna) ha chiuso la sessione con le sue osservazioni di commento alle due relazioni.  

La due giorni si è conclusa con una tavola rotonda finale, dal titolo “Comunicazione e politica nel mondo globale”, presieduta da Roberto Grandi (Università di Bologna) con la partecipazione di un nutrito gruppo di esperti della comunicazione politica.

Il primo ad intervenire, Riccardo Brizzi (Università di Bologna), ha introdotto il tema della comunicazione politica in relazione alla televisione e al rapporto tra la Tv e i contesti politici.

Martin Baumeister (DHI) ha ricordato come quello della comunicazione politica sia un tema obliquo, che rappresenta ancora un cantiere aperto. Lo studioso ha messo in luce la necessità d’indagare il rapporto regionale/nazionale e il ruolo della stampa non soltanto come strumento per veicolare informazioni ma per fondare un’identità.

Donatella Campus (Università di Bologna) ha sottolineato le differenze metodologiche che intercorrono tra gli scienziati politici e gli storici nello studio della comunicazione politica e ha accennato all’accelerazione – negli ultimi anni – della politica “pop”, che può essere indagata da varie prospettive interdisciplinari e può far emergere differenze significative tra i diversi contesti nazionali.

Cristina Demaria (Università di Bologna) ha posto l’attenzione sulla necessità, nella comunicazione politica, di rappresentare immagini legate al passato e ripresentarle in chiave attuale per spiegare dei fatti presenti, ancora poco comprensibili.

Martin Sabrow (Humboldt Universität Berlin) si è concentrato sul potere analitico dei concetti e ha sottolineato l’importanza di legare l’analisi storica allo studio dei concetti.

Thomas Mergel ha riflettuto sulla relazione tra political issues/ideas/facts e sulla necessità di trovare dei significati e le motivazioni alla base della scelta dei simboli che vengono proposti dai media e dai partiti politici nella loro comunicazione.

Christiane Liermann (Villa Vigoni – Centro Italo-Tedesco per l’Eccellenza Europea) ha posto in relazione la comunicazione, la politica e la dimensione globale che ha assunto l’informazione con l’avvento rivoluzionario delle tecnologie informatiche (internet, social network etc.).

Le discussioni  conclusive delle varie sessioni hanno stimolato la riflessione sulla necessità di comprendere, da parte degli storici politici, il rapporto tra le idee e i contenuti; si è sottolineata l’urgenza di attualizzare l’analisi della relazione tra vettore e contenuto, tra la comunicazione politica e il messaggio veicolato. Spesso la prima modifica, trasforma e strumentalizza il secondo. La comunicazione politica può anche essere osservata da un’altra prospettiva, in cui gli aspetti principali da tenere in considerazione sono le spinte e le motivazioni alla base di determinate scelte comunicative in ambito politico.

Oltre a stimolanti momenti di discussione scientifica e riflessione accademica, durante il convegno si è svolta la prima edizione del premio SISCALT “Lorenzo Riberi” . Alla presenza della vedova dello storico Lorenzo Riberi, Giulia Carluccio, il premio 2015 è stato conferito allo studioso Gabriele D’Ottavio, per il suo volume “L’Europa dei tedeschi. La Repubblica Federale di Germania e l’integrazione europea, 1949-1966”, edito per il Mulino nel 2012. Infine, come di consueto, si è svolta l’annuale assemblea dei soci, momento proficuo di confronto e scambio in cui sono state proposte e discusse le future attività dell’associazione.

 

Laura Di Fabio (Università degli studi di Roma Tor Vergata)

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