Hitler al museo
Hitler al Museo
Sulla mostra Hitler e i Tedeschi. Comunità di popolo e crimini al Deutsches Historisches Museum di Berlino
Dal 15 ottobre 2010 al 27 febbraio 2011 il Deutsches Historisches Museum di Berlino ha ospitato la mostra Hitler und die Deutschen. Volksgemeinschaft und Verbrechen, cioé su Hitler e i Tedeschi. Comunità di popolo e crimini . La mostra, la prima in Germania dopo il 1945 a mettere al centro la figura di Hitler e il rapporto dei Tedeschi con il nazionalsocialismo, è stata un evento di notevole risonanza mediatica, si veda a riguardo l’elenco di tutti i servizi e articoli apparsi nei media tedeschi e internazionali in http://www.zeithistorische-forschungen.de/Portals/_zf/documents/pdf/2011-1/medienresonanz-dhm.pdf , e, in italiano, l’articolo di Paolo Fonzi nel 1° numero del semestrale “Il Mestiere di Storico” del 2011 (pp. 62-63). Hans-Ulrich Thamer, professore di storia contemporanea all’Università di Münster, ha diretto il team di storici che ha curato l’allestimento della mostra e riflette nell’articolo di “Zeithistorische Forschungen”, linkato in calce, su questo importante evento espositivo.
Per la prima volta il museo di Berlino ha dedicato una mostra alla figura del Führer. Come scrive Thamer la discussione sulla mostra si è concentrata soprattutto sul problema:
“si può mettere in mostra Hitler? Si possono mostrare in un’esposizione accanto a simboli e immagini propagandistiche nazionalsocialiste anche oggetti personali usati direttamente dal Führer rischiando di elevarli, tramite la presentazione in un museo, a reliquie profane, cosa che avrebbe potuto rendere la mostra una meta di pellegrinaggio di vecchi o giovani simpatizzanti del nazismo?” .
Uno dei problemi centrali degli organizzatori è stato dunque inscenare il carisma di Hitler senza rischiare di ricrearlo, senza farlo rivivere nell’ambiente artificiale delle sale museali. Per questo essi hanno inserito nella mostra diverse “contro-immagini”, come le definisce Thamer: “Caricature, satire cinematografiche, immagini spezzate o distrutte“ prodotte dopo il 1933 soltanto dagli oppositori esiliati. Vi è poi una serie di contro-immagini costituite da “inscenamenti di messe in scena – con lo scopo di evidenziare la perizia nell’usare il palcoscenico e il carattere di facciata del regime nazionalsocialista”.
Paolo Fonzi/Andrea D’Onofrio
URL: http://www.zeithistorische-forschungen.de/16126041-Thamer-1-2011