Armadio blindato della vergogna. L’archivio del Ministero degli Esteri
Das Archiv des Auswärtigen Amtes. Panzerschrank der Schande
L’archivio del Ministero degli Esteri. Armadio blindato della vergogna
«Frankfurter Allgemeine Zeitung», 5/5/2012
http://www.faz.net/aktuell/das-archiv-des-auswaertigen-amtes-panzerschrank-der-schande-11740633.html
L’articolo pubblicato dalla FAZ lo scorso 5 maggio richiama senza dubbio alla mente nel suo titolo la nota vicenda italiana dell’armadio “dimenticato” nella cancelleria della procura militare di Palazzo Cesi-Gaddi, contenente centinaia di fascicoli sulle principali stragi nazifasciste e “ritrovato” solo nel 1994.
Tuttavia in questo caso il riferimento è all’Archivio Politico del Ministero degli Affari Esteri tedesco e gli autori dell’articolo sono i quattro storici che hanno fatto parte della Unabhängige Historikerkommission – Auswärtiges Amt, la commissione indipendente di storici costituitasi nel luglio 2005 con il compito di esaminare la storia del Ministero degli Affari Esteri tedesco durante il periodo nazista e nella Repubblica Federale.
Eckart Conze, Norbert Frei, Peter Hayes, Moshe Zimmermann pubblicavano nell’ottobre 2010 i risultati del lavoro della commissione nel volume “Das Amt und die Vergangenheit – Deutsche Diplomaten im Dritten Reich und in der Bundesrepublik”, diventato ben presto un vero e proprio best-seller suscitando in brevissimo tempo un’accesissima discussione all’interno del mondo scientifico e nell’opinione pubblica tedesca. Il dibattito, svoltosii in primo luogo sulle pagine delle principali testate della stampa quotidiana e periodica tedesca, come la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» (FAZ), «Die Zeit», lo «Spiegel», la «Süddeutsche Zeitung», ha visto il polarizzarsi delle posizioni, sul piano politico e scientifico, intorno soprattutto al principale aspetto emerso dalle ricerche della Commissione: il profondo coinvolgimento del mondo diplomatico tedesco nella politica di potenza e razzista hitleriana – smentendo così un’autorappresentazione del mondo diplomatico come roccaforte di un sostanziale atteggiamento “resistenziale” antinazista – e l’effettiva funzione di continuità che il Ministero degli Esteri tedesco avrebbe svolto tra Germania nazista e Germania bundesrepubblicana. Si veda a tale riguardo la segnalazione di tutta la discussione scientifica e mediatica nella sezione ‘Bibliografie’ di questo sito: http://www.siscalt.it/ita/monografie/saggi-online/, riferito all’ampio e dettagliato dossier pubblicato sul portale «Zeitgeschichte online».
In questo articolo i quattro succitati storici procedono a un duro atto di accusa in nome della libertà di ricerca della storia. Essi puntano infatti il dito contro l’archivio del Ministero, denunciando come in particolare il suo archivio politico abbia ostacolato e ostacoli, ad esempio attraverso la distruzione di atti e la scomparsa di documenti, il lavoro scientifico di chi con i suoi studi potrebbe portare alla luce i “lati oscuri” della storia di questa istituzione.
Andrea D’Onofrio