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Staat gegen Terrorismus

5 dicembre 2012 No Comment

 

Demokratie und Sicherheit in Westeuropa 1970-1980

Konferenz am Institut für Zeitgeschichte

München, 8.-9. November 2012

 

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STATO CONTRO TERRORISMO

Democrazia e Sicurezza in Europa Occidentale 1970-1980

Conferenza all’Institut für Zeitgeschichte

Monaco, 8-9 novembre 2012

 

 

La conferenza “Staat gegen Terrorismus – Stato contro Terrorismo” nasce dal progetto di ricerca “Stato democratico e sfida terroristica. La politica antiterroristica degli anni Settanta e Ottanta in Europa Occidentale” coordinato dal prof. Johannes Hürter presso l’Institut für Zeitgeschichte, l’Istituto per la Storia Contemporanea, di Monaco (sito web: http://www.ifz-muenchen.de/anti-terror-politik.html)

 

Lo Stato moderno come si pone nei confronti della sfida terroristica degli anni Settanta e Ottanta? Riesce a non compromettere la democrazia, lo Stato di diritto e l’ordine liberal-costituzionale di fronte alla minaccia armata? È possibile concepire la sicurezza contro il terrorismo senza mettere in pericolo la libertà e la giustizia delle democrazie occidentali? I poteri dello Stato – l’esecutivo, il legislativo e il giudiziario – come riescono a mantenere la sicurezza del cittadino? Come si progetta e negozia la relazione tra poteri dello Stato e le libertà civili? Come si comunica e s’“inscena” la lotta al terrorismo? In quali rapporti e collaborazioni internazionali si evolvono le strategie e le misure contro il terrorismo dal 1970 al 1980?

Stati come la Repubblica Federale Tedesca, l’Italia, la Gran Bretagna, l’Irlanda del Nord e la Francia fronteggiano nel corso degli anni Settanta la sfida lanciata dal terrorismo locale e internazionale. Le questioni fin qui elencate danno vita a due giorni di convegno che permette di confrontare e collegare tra loro – mediante metodologie diverse – le più recenti ricerche storiche sul tema, sia in chiave comparata che transnazionale.

 

Apre i lavori Hürter, che espone brevemente le domande da cui la conferenza intende partire e sottolinea l’importanza di un approccio comparato e transnazionale sul tema.

Wolfgang Kraushaar – discussant – introduce la prima sezione della conferenza dedicata alle politiche di sicurezza interna – con gli interventi di Tobias Hof (Monaco), di Gisela Diewald-Kerkmann (Bielefeld) e di Sabine Bergstermann (Monaco).

Hof dedica il suo intervento a una comparazione tra le legislazioni d’emergenza e i provvedimenti di sicurezza interna nella Repubblica Federale Tedesca, Italia e Gran Bretagna dal 1977 al 1984. Nel voler comprendere come i tre Stati abbiano reagito alla minaccia terroristica degli anni Settanta e Ottanta e quale percorso intraprendano per combatterla, Hof ripercorre gli eventi drammatici di quegli anni, dal sequestro e l’uccisione di Schleyer al caso Moro, all’attentato al Grand Hotel di Brighton. Lo studioso elenca i provvedimenti più importanti in materia di antiterrorismo nei tre paesi; per citarne alcuni: il “Kontaktsperrgesetz” nella RFT, la legge concernente le “Misure urgenti per la tutela dell’ordine democratico e della sicurezza pubblica” in Italia, i “Prevention of Terrorism Acts” (1974-1989) nell’Irlanda del Nord, l’ espulsione di presunti terroristi in Gran Bretagna. Una parte dell’intervento è dedicato anche allo sviluppo delle strategie di polizia e ai percorsi di riforma e modernizzazione degli apparati di sicurezza nei tre paesi.

A Diewald-Kerkmann spetta il compito di illustrare la questione della giustizia e dei processi ai terroristi durante gli anni in questione. L’intervento tende a mettere in risalto le specifiche tradizioni di violenza presenti nei tre paesi. Vista la complessità del tema e al fine di sviluppare i criteri di comparazione più adatti, la studiosa concentra il suo intervento su quattro aspetti principali: “il processo politico” o l’ “ordinario procedimento penale contro i criminali”; la condotta degli imputati e l’atmosfera durante i processi; le modifiche del diritto penale; i testimoni.

Bergstermann sposta l’attenzione sui detenuti politici nelle carceri di massima sicurezza nella Repubblica Federale Tedesca (dal 1976 al 1983) e in Gran Bretagna (dal 1974 al 1977). Le carceri di massima sicurezza – secondo la tesi della Bergstermann – rappresentano l’ultimo tassello della forza statale nei provvedimenti di restrizione delle libertà in materia di antiterrorismo e la descrizione dei casi presi in esame nella sua ricerca – il carcere di massima sicurezza di Stammheim e la prigione Maze – mettono in luce le posizioni dei governi in fatto di controllo statale all’interno delle strutture di pena e nei confronti di prigionieri politici della RAF e dell’IRA/INLA.

A Kraushaar il compito di commentare gli interventi, evidenziare le questioni e i problemi metodologici che riguardano questo tipo di ricerche e sottolineare la necessità di stabilire dei criteri di confronto tra due o più paesi.

La sezione pomeridiana dei lavori vede protagoniste le ricerche di Johannes Hürter (Monaco), di Holger Nehring (Sheffield) e di Achim Saupe (Potsdam). Gli interventi sono coordinati e commentati da Klaus Weinhauer (Bielefeld).

Hürter parte dalla questione della reazione delle democrazie occidentali nei confronti della minaccia terroristica e intraprende il discorso da una prospettiva istituzionale, legata ai concetti di gouvernment e di gouvernance. L’analisi – quindi – si sposta sugli attori politici della lotta al terrorismo e sulla reazione dei governi tedesco-occidentale, inglese e italiano.

Nehring parte dalla violenza “performativa” del Sessantotto per introdurre le analisi dei dibattiti e delle discussioni sul terrorismo e sulla violenza politica in relazione alle specificità storiche e culturali della Repubblica Federale Tedesca,  dell’ Italia, della Francia e della Gran Bretagna.

Saupe affronta – in chiave comparata – il discorso della sicurezza e della relazione Stato/cittadini nel corso della lotta al terrorismo nei casi tedesco e britannico.

Weinhauer chiude la sezione pomeridiana ponendo l’attenzione sul fenomeno del terrorismo come “elemento di comunicazione”, sull’ importanza del transfer, sui tratti specifici del terrorismo nazionale e della battaglia per reprimerlo. Il successivo dibattito apre una riflessione tra i partecipanti sull’importanza di differenziare i vari tipi di violenza e sull’assenza di un multiculturalismo e di una concezione postcoloniale per gli studi riguardanti la storia del terrorismo italiano e tedesco.

L’intervento serale di Gabriele Metzler – dal titolo “Lotta antiterroristica occidentale nella politica, nella società e nella cultura” – volge a ricalibrare le tematiche delle due sezioni e ad elaborare nuove questioni alla luce degli interventi. Il terrorismo esprime una strategia comunicativa attraverso non solo gli attentati e la violenza ma anche mediante foto, video e quindi una dimensione narrativa (“Social Drama”, significato del termine “performativo”). La pluralità degli attori principali, quali il parlamento, gli apparati di sicurezza, la giustizia, fa emergere il delicato e complesso rapporto tra Stato/terrorismo/società? E se sì, in quale modo e attraverso quali strumenti?

 

La seconda e ultima giornata dei lavori si apre con la sezione dei lavori dedicata alla “Spettacolarizzazione, comunicazione e mediatizzazione” del terrorismo. Markus Lammert (Monaco) espone i due casi di studio affrontati in chiave comparata nella sua ricerca: i processi di Securization o “Versicherheitlichung” in relazione alla minaccia terroristica nella Repubblica Federale Tedesca e in Francia negli anni Settanta e Ottanta.

Beatrice de Graaf (L’Aia) nel suo intervento dal titolo “Lotta al terrorismo come atto performativo.La Repubblica FederaleTedesca, l’Italia e i Paesi Bassi a confronto” riporta un’analisi storica comparata della funzione comunicativa del terrorismo nei tre paesi. La lotta armata, la violenza politica e gli attentati vengono così indagati attraverso dei caratteri performativi. Il terrorismo diventa comunicazione e viene inteso – come si evince dal titolo dell’intervento – come un “atto performativo”. In questo senso nasce uno “spettacolo della violenza” mediante i criteri della “Simultaneous Dramaturgy”: la società e l’autorità costituita diventano gli attori e il pubblico, incarnano il ruolo di protagonisti e di spettatori.

Kristina Kütt e Andreas Spreier (Berlino) affrontano il tema delle narrazioni ufficiali dell’antiterrorismo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna nei primi anni Settanta e i due casi di studio vengono letti in chiave parallela. Kütt analizza attraverso articoli del New York Times quanto il significato dello Stato di diritto e della democrazia si determina nella interazione tra le istituzioni statali e gli attori di violenza politica e come questa produzione performativa e discorsiva cambia nel corso degli anni Settanta. Spreier affronta lo stesso discorso per la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord sullo sfondo dei conflitti religiosi tra cattolici e protestanti.

Sven Reichardt (Costanza) conclude questa sezione sottolineando l’ importanza dei moderni strumenti della società – in special modo quelli di comunicazione di massa – nel diffondere e spettacolarizzare gli atti terroristici nella loro drammaticità.

La quarta e ultima parte del convegno ha per protagonista lo studio delle relazioni internazionali in materia di antiterrorismo. Apre i lavori Ursula Lehmkuhl (Treviri) che introduce i lavori di Eva Oberloskamp (Monaco) su “Europeizzazione della lotta al terrorismo”, di Tim Geiger (Berlino) su “Diplomazia antiterroristica occidentale in Medio Oriente”, di Bernhard Blumenau (Ginevra) su “Politica antiterroristica della Germania e dell’Europa Occidentale nelle Nazioni Unite” e di Thomas Riegler (Vienna) su “Gli Stati del Patto di Varsavia e la lotta al terrorismo. Un esempio: la Repubblica DemocraticaTedesca”.

Oberloskamp affronta il tema della cooperazione europea per la lotta al terrorismo – in prospettiva tedesca – e analizza le relazioni esistenti tra i vari attori istituzionali (i Ministeri, i Länder, il Bundestag) nella collaborazione in materia di sicurezza interna (es. Gruppo TREVI, acronimo di Terrorismo. Radicalismo. Eversione. Violenza Internazionale; BfV: Bundesamt für Verfassungschutz; BKA: Bundeskriminalamt).

Geiger riflette sul complesso tema del terrorismo mediorientale e sulle relazioni tra esso e il terrorismo europeo – in special modo quello tedesco- occidentale. Ripercorre il “Settembre Nero” e la crisi giordana del 1970, le relazioni trala RAFe Al-Fatah e introduce il tema della cooperazione tra l’Europa e Israele in relazione alle politiche europee in Medio Oriente.

Blumenau mostra come i paesi dell’Unione Europea, sotto la guida tedesca, tentino di attuare una comune politica di antiterrorismo in seno all’ ONU, mentre Riegler rivolge la sua analisi al campo opposto e cioè al ruolo dei paesi del Patto di Varsavia nel conflitto tra le nazioni occidentali e il terrorismo internazionale degli anni ‘70 e ‘80. Lo studioso analizza la questione, dopo aver aperto una panoramica generale, soprattutto in relazione alla Repubblica Democratica Tedesca. Conclude gli interventi Lehmkuhl.

 

Una tavola rotonda in conclusione della due giorni ha il compito – infine – di  riflettere se, quanto e come il terrorismo abbia cambiato il “mondo occidentale” ancor prima della data periodizzante dell’ 11 settembre 2011. Christian Jansen (Münster) guida il dibattito tra Gustavo Corni (Trento), Bernd Greiner (Amburgo), Hélène Miard-Delacroix (Parigi) e Andreas Wirsching (Monaco). Jansen ricorda le differenze presenti tra un terrorismo degli anni Settanta/Ottanta e un terrorismo contemporaneo e Corni sottolinea la particolarità del caso italiano nel panorama della lotta al terrorismo.

Greiner pone l’accento sui concetti di “Sicherheitsverständnis” e “Sicherheitsbedürfnis” e sottolinea l’importanza di far fronte alle nuove domande che sono emerse nel corso dei due giorni.

In conclusione, la conferenza mette in evidenza come il confronto internazionale sia ancora ad uno stato embrionale e si chiude con la speranza che i contributi storici delle ricerche in corso rappresentino uno stimolo per l’evoluzione di nuove filoni di ricerca, necessari per rispondere alle numerose questioni emerse durante il convegno e non ancora affrontate dagli storici contemporanei.

 

 

 

 

Programma della Conferenza

Staat gegen Terrorismus

Demokratie und Sicherheit in Westeuropa 1970-1990

München, 8./9. November 2012

 

 

Donnerstag, 8. November 2012, 9.00 Uhr

 

Begrüßung: Johannes Hürter (München)

 

Sektion 1: Innere Sicherheitspolitik

 

Leitung/Kommentar: Wolfgang Kraushaar (Hamburg)

 

Tobias Hof (Monaco)

„Anti-Terror-Gesetze“ und Sicherheitskräfte in der Bundesrepublik, Großbritannien und Italien

 

Gisela Diewald-Kerkmann (Bielefeld)

Justiz gegen Terrorismus. „Terroristenprozesse“ in der Bundesrepublik, Großbritannien und Italien

 

Sabine Bergstermann (München)

„Politische Gefangene“ und „Hochsicherheitsgefängnisse“ in der Bundesrepublik und Großbritannien

 

 

Donnerstag, 8. November 2012, 14.00 Uh

 

Sektion 2: Staatliche Gewalt und westliche Demokratie

 

Leitung/Kommentar: Klaus Weinhauer (Bielefeld)

 

Johannes Hürter (München)

„Regieren“ gegen Terrorismus in Westeuropa

 

Holger Nehring (Sheffield)

Staatliche Gewalt – gewaltfreie Staatlichkeit?

Achim Saupe (Potsdam)

„Innere Sicherheit“ und „law and order“. Ordnungspolitische Semantiken und staatliche Gewalt in der Bundesrepublik und Großbritannien

 

Donnerstag, 8. November 2012, 18.00 Uhr

 

Abendvortrag

 

Gabriele Metzler (Berlin)

Westliche Terrorismusbekämpfung in Politik, Gesellschaft und Kultur

 

 

Freitag, 9. November 2012, 9.00 Uhr

 

Sektion 3: Inszenierung, Kommunikation, Medialisierung

 

Leitung/Kommentar: Sven Reichardt (Konstanz)

 

Markus Lammert (München)

Securitization in der Bundesrepublik und Frankreich

 

Beatrice de Graaf (Den Haag)

Terrorismusbekämpfung als performativer Akt – die Bundesrepublik, Italien und die Niederlande im Vergleich

 

Kristina Kütt/Andreas Spreier (Berlin)

Staatliche Narrative in Großbritannien und den USA

 

Freitag, 9. November 2012, 14.00 Uhr

 

Sektion 4: Internationale Beziehungen

 

Leitung/Kommentar: Ursula Lehmkuhl (Trier)

 

Eva Oberloskamp (München)

Europäisierung der Terrorismusbekämpfung

 

 

Tim Geiger (Berlin):

Westliche Anti-Terrorismus-Diplomatie im Nahen Osten

 

Bernhard Blumenau (Genf)

Bundesdeutsche und westeuropäische Anti-Terrorismus-Politik in den Vereinten Nationen

 

Thomas Riegler (Wien)

Warschauer-Pakt-Staaten und Terrorismusbekämpfung am Beispiel der DDR

 

Freitag, 9. November, 18.00 Uhr

 

Podiumsdiskussion

 

Hat der Terrorismus die „westliche Welt“ schon vor 9/11 verändert?

 

Leitung: Christian Jansen (Berlin)

Teilnehmer: Gustavo Corni (Trient), Bernd Greiner (Hamburg), Hélène Miard-Delacroix (Paris), Andreas Wirsching (München)

 

 

 

 

  

Laura Di Fabio

laura-d.f@libero.it

Università degli studi di Roma “Tor Vergata”

Westfälische Wilhelms-Universität (WWU) in Münster

Dottorato in Storia politica, economica e sociale dell’Europa in età contemporanea

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